Futurismo, rivoluzione in cucina
Al ristorante dell’Hotel Milano, Andrea Mugnai ha proposto le cene futuriste; dopo un’attenta ricerca filologica e gastronomica, ha ricostruito nei dettagli l’atmosfera polemica e controcorrente degli anni Venti del Novecento; anche gli inviti sono stati realizzati nello stile di Marinetti e soci, con bulloni, plastica e caratteri inusuali.
Guerra alla tradizione
I futuristi, confraternita di menti eccentriche e scalmanate, avevano proprio dichiarato guerra a ogni tradizione che viene dal passato, in nome della libertà creativa assoluta e dell'entusiasmo per il futuro. Marinetti e suoi seguaci tentarono il cambiamentocon le arti grafiche, la scultura, il teatro, la poesia, la politica, perfino con la musica, il cinema e la moda. Infine, in questo crescendo si fecero anche prendere per la gola e finirono per fare i rivoluzionari dietro ai fornelli.
vedi Il Manifesto della Cucina Futurista

Arte cucinaria nobile
E scoprirono che era molto divertente, che si poteva portare l'arte in cucina e la cucina nell'arte. Pensarono che fosse giunto il momento di “dichiarare l'arte cucinaria nobile e attraente quanto la poesia e la pittura la musica e l'architettura cioè capace di creare delle armonie spirituali degne di ammirazione e suscettibili di infinite evoluzioni”.
Crociata contro la pastasciutta
E poi “bocconi simultanei e cangianti che avranno dieci, venti sapori da gustare in pochi attimi”. Infine tanta allegria a tavola, “genio creativo plastico e colorante. Inoltre Marinetti non poteva proprio sopportare la pastasciutta, “assurda religione gastronomica italiana”, che divenne il cibo nemico, vittima di una violenta crociata. Campagna diffamatoria che non piacque a tutti e che infuocò un dibattito clamoroso, attirando sui futuristi gli strali di chi non voleva rinunciare a una bella pasta al pesto.
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